giovedì 6 agosto 2020

IO HO FISSATO IL FUOCO PER SEMPRE



IO HO FISSATO IL FUOCO PER SEMPRE 
di Salvatore Insana e Silvia Cignoli 
concept, editing Salvatore Insana 
musica Silvia Cignoli 
mastering Andrea Tremolada 
una produzione AAMOD 
nell'ambito della residenza “Unarchive. Suoni e visioni” 
con il sostegno del Mibact e di Siae, nell'ambito del programma “Per chi crea” 
23', 2020



Io ho fissato il fuoco per sempre è un'indagine sull'atto di guardare e di essere guardati, una storia dello sguardo (non) archiviato. 

Un'ipnosi collettiva, un nemico invisibile, subliminale, un'energia impalpabile sul punto di esplodere. Lo sguardo del soggetto filmato, quello della macchina da presa e quello dello spettatore innescano un'ossessione partecipata, fatta di occhi in azione. Occhi che fissano, il vuoto o il prossimo. Incroci. Incontri mancati. Repentine accensioni. Tra paura e desiderio. La minaccia è fuori campo? Se c'è una soggettiva, è quella di chi? 

Modi di vedere. Di accorgersi di essere visti. C'è qualcuno, fuori campo, che agisce come dispositivo sotterraneo, meccanismo non rivelato all'occhio dello spettatore. Qualcuno minaccia o intacca la quiete della nostra visione e staccare lo sguardo troppo presto, si sa, potrebbe risultare fatale. 

Il respiro interno delle immagini è mosso da pensieri veloci, primitivi, passaggi di stato sulla soglia dell'automatismo di natura più onirica. Lo sguardo dei soggetti/oggetti fatti riaffiorare dall'archivio si trasforma in “errori sonori di segnale”, “pensieri-suoni” che assumono una loro matericità, sostanza ben tangibile eppure sempre sfuggente, diventando da effimeri presagi a realtà concrete con cui relazionarsi. L’occhio della macchina da presa, associato al suono, si fa interprete di realtà astratte o immaginate, diventando di volta in volta da presenza misteriosa, ospite inatteso, intruso ben accolto, ingombrante e quanto mai reale e concreto elemento di sfida e di lotta, enigmatico, sospeso, interdetto, concentrato. La messa a fuoco dello sguardo, come quella della macchina da presa, è esercizio sul confine della meditazione. Pratica meditativa del concentrare lo sguardo su un oggetto, connessione sguardo-mente attuato con precisione e ostinazione. Pratica antropologica dell'indagare l'evoluzione e la continua dialettica del rapporto tra “verità” della presenza e predisposizione ad una messa in scena di sé stessi.

Quelli che guardano l'obiettivo vedono già il futuro? Immortalano lo sguardo. Osservano scorrere la vita (o la morte) nei propri occhi? 

Quelli che guardano in camera cercano un posto libero nelle stanze e nell'anima di chi li osserva e cattura filmandoli? 
Cosa succede nel momento di fissare la camera? Si può dilatare questo momento, moltiplicarlo, esportarlo, espropriarlo alla biomeccanica “naturale” e farne altro attraverso il montaggio audiovisivo?

Do those who look at the camera already see the future? They immortalize the look. Do they watch life (or death) flow in their eyes? 
Do those who look at the camera look for a free place in the rooms and in the soul of those who observe and capture them by filming them? 
What happens when fixing the camera? Can we expand this moment, multiply it, export it, expropriate it to "natural" biomechanics and do more through audiovisual editing? 
Io ho fissato il fuoco per sempre (I stared fire forever) is an investigation into the act of looking and being looked at, a history of the (not) archived gaze. 
A collective hypnosis, an invisible, subliminal enemy, an impalpable energy on the verge of exploding. The gaze of the filmed subject, that of the camera and that of the spectator trigger a participatory obsession, made of eyes in action. Eyes that stare, emptiness or neighbor. Crossings. Missed encounters. Sudden starts. Between fear and desire. Is the threat out of range? If there is a subjective, it is that of whom? 
Ways to see. To be aware of being seen. There is someone, off the pitch, who acts as an underground device, a mechanism not revealed to the viewer's eye. Someone threatens or affects the quiet of our vision and taking your eyes off too early, you know, could be fatal.

festival screenings

Blue Danube Film Festival, Budapest, 20-29/11/2020; Arquivo em Cartaz – Festival Internacional de Cinema de Arquivo, Rio de Janeiro, Brasil, 23/11-03/12/2020; Kinoskop - 2nd International Festival of analog experimental cinema Belgrado, Serbia 4-6 dec 2020 (Grand prix winner); Interface video art Festival 2020, Zagreb, Croazia (best film winner) 14-18/12/2020; Seeyousound 7th , Torino, Italy, 19-25/02/ 2021; 67th Oberhausen Film Festival, Germany, 1-10 may 2021;Ribalta Experimental Film Festival (honourable mention), Vignola, Modena, Italy, 28-30/05/2021; Non-syntax Experimental Image Festival, Calm & Punk Gallery, Tokyo, 25-27/06/2021; Umbria Film Festival, Montone (Perugia), 9/07/2021; Filmuzik Art Festival, Gioiosa Jonica (Rc) 7/09/2021; XX International Kansk video festival, Kansk, Russia, 26-29/08/2021; (postponed); Videoex Experimental Film & Video Festival, Zurich 2-7/10/2021; Lucca Film Festival, 7/10/2021; IX Fivac - Festival internacional de videoarte de Camagüey, Cuba, nov 2021; CZKD Cinema 10 years, Center of cultural decontamination, Belgrado, 10/10/2021;